Era una giornata come tante nel laboratorio del
dott. Scarf, da una vita impegnato in ricerche sul DNA.
Oramai era l'anno... non so quale, il dottore aveva perso ogni cognizione del
tempo, tanto la ricerca lo teneva occupato.
- Dottore, per compilare questo documento è necessaria
la sua tessera IP.
La voce dell'assistente Cioffo lo distolse per
un attimo dai suoi pensieri. Già, il documento...
Tirò fuori la sua tessera IP, era analoga alla
nostra del codice fiscale, ma nell'epoca del dott. Scarf il codice fiscale era
stato sostituito da un IP statico in esadecimale, con un numero spropositato di
cifre. Ciò consentiva l'identificazione univoca di una persona nel pianeta e fuori
di esso, permettendo di contattarla istantaneamente.
Il dottore pose la sua tessera IP sul tavolo, accanto
ad una rappresentazione del DNA e si mise alla ricerca dei suoi occhiali.
Ad un tratto la visione sfocata della tessera IP
e della struttura del DNA gli apparve nitida, molto più nitida che non attraverso
i suoi spessi occhiali, se li avesse trovati.
Già, la tessera IP, con i suoi ermetici numerini
esadecimali, gli appariva come un insieme di macchie più chiare e più scure, lo
stesso per quanto riguardava il DNA!
Ecco allora che la mente si aprì ad una geniale
intuizione: il DNA non era altro che un indirizzo IP! Ecco perché era differente
per ogni persona!
Cominciò a saltellare per il laboratorio
come un ragazzino, lasciando di stucco il fido assistente.
- Pensa! - urlò l'arzillo dottore - Se il
DNA è un indirizzo IP si spiegherebbero molte cose!
L'assistente cominciò a pensare che il dott.
Scarf avesse fuso il cervello.
- Ma non capisci? - aggiunse il dottore - Se il
DNA è un indirizzo IP si potranno aprire innumerevoli porte alla scienza!
Ad esempio, sfruttando la tecnologia "voice over IP" si potrebbe perfino parlare
con gli animali!
- Ah, si? - replicò l'assistente, sempre
più scettico - E come conta d'installare loro il plugin necessario alla
decodifica?
- Ah, questo non è compito nostro, una volta
aperta la strada ci penseranno i nostri tecnici!
- Dott. Scarf, le ricordo che il DNA è già
stato sufficientemente analizzato e sono state identificate le funzionalità
di quasi tutti i suoi geni. Come si accorda ciò con la sua teoria?
- I geni non sono altro che raggruppamenti di altri
numeri IP, in pratica sono delle sottoreti, ognuna con il compito di gestire una
determinata funzionalità! Ma ci pensi? Potremo monitorare lo stato di salute
di una persona con un semplice ping!
- A patto, naturalmente, di collegare tutti con
un cavo... dottore, non è che per caso lei abbia visto Matrix?
- Matrix? Quel vecchissimo film a 2 dimensioni?
Ma qui la situazione è fondamentalmente diversa. Infatti se ciascun essere
vivente ha un numero IP allora probabilmente è già accessibile dall'esterno,
altrimenti non avrebbe senso. Sicuramente esiste qualche linea di collegamento
tra esseri viventi che non conosciamo. Basterà scoprirla ed il gioco sarà
fatto!
- Dottore... sa che quasi quasi mi convince?
- Certo, perché ho ragione!
Il dottore si mise ad ipotizzare tutte le possibili
implicazioni della sua scoperta.
Il cancro, ad esempio poteva essere semplicemente
un conflitto di IP. Sarebbe bastato effettuare un reindirizzamento dei geni interessati.
Lo stesso per curare le varie malattie genetiche. Incredibile.
Ma chi assegnava gli IP? La ricerca proseguì.
Il dott.Scarf arrivò alla conclusione che
gli IP venivano assegnati da un certo Device Input/Output, cioè dispositivo
d'ingresso/uscita in quanto si occupava della gestione dell'assegnazione/disassegnazione
dell'IP sia all'ingresso (nuova nascita) che all'uscita (decesso).
Il Device Input/Output era abbreviato con la sigla
D.I.O.
Ciò apriva un interrogativo: gli IP venivano
riassegnati dopo la morte? Se si allora poteva esistere la reincarnazione!
In più D.I.O. apriva un altro enigma: si
sapeva che era UNIX, ma in 3 persone. Non erano chiare le loro competenze, comunque
l'insieme poteva venir trattato come un'unica scatola nera che svolgeva le sue
funzioni.
Ormai preso dalla sua ricerca il dott. Scarf cominciò
ad ipotizzare la possibilità di provare lui stesso ad assegnare un IP.
Per far ciò doveva trovare qualcosa privo di DNA, un oggetto!
Provò con i suoi occhiali, dopo averli trovati,
naturalmente. E' stata questa la ricerca più impegnativa della sua vita!
L'assistente cominciò a spaventarsi. Sapeva
che il dottore stava tentando di competere nientemeno che con D.I.O.
- Sciocchezze! - esclamò il dottore - Una
volta capito il meccanismo... è facile!
Scelse un numero IP abbastanza elevato, in modo
da ottenere una ragionevole sicurezza del fatto che si trattava di un IP libero
e lo attivò.
Con sua enorme sorpresa ottenne il messaggio:
Internal error: brain not found.
Caspita, l'IP poteva venir assegnato solo a strutture
viventi, con un minimo di intelligenza, sia pure quella appena abbozzata dei vegetali,
oppure animali, non oggetti! Ecco perché questi ultimi non avevano per
natura un IP!
Il dott. Scarf abbozzò una smorfia di disappunto,
ma poi s'immobilizzò.
Tutto il laboratorio rimase immobile.
E fuori.
Tutto il mondo era inerte, avvolto in un silenzio
irreale!
Sul monitor di D.I.O. apparve una finestra. Diceva:
"L'applicazione non risponde."
D.I.O. era in 3 persone.
Si consultarono, poi decisero l'operazione estrema:
pigiarono i tasti con le loro sigle: CTRL - ALT - CANC e riavviarono per l'ennesima
volta l'universo.
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